Il territorio friulano vanta una storia vitivinicola che affonda le sue radici in un passato remoto. Arrivata, probabilmente dalla Turchia, la vite, fu coltivata e apprezzata anche dalle popolazioni celtiche, che abitavano queste zone già nel 400 a. C. Dal 181 a.C., furono i Romani a dare impulso alla viticoltura, stabilendo una delle loro prime colonie nell’agro aquileiese.
Giulio Cesare fondò poi Forum Julii (l’odierna Cividale), dando la possibilità ai suoi legionari di trasformarsi in pacifici coloni e coltivare questi pendii assolati.
Nel corso dei secoli, si poté osservare questa zona diventare una delle più famose per la produzione dei vini friulani, il cuore pulsante della DOC Friuli Colli Orientali.
Terroir
Il terroir è costituito da depositi di origine eocenica, che si presentano come un’alternanza di strati di marne ed arenarie; per arrivare in vallata con depositi calcarei – alluvionali.
L’azienda si estende per una superficie totale di circa trenta ettari, diciotto dei quali vitati, suddivisi in diverse zone: Godia, Madonna d’Aiuto, Dolegnano, Lucchitta, Gramogliano e Braida.
Vendemmia
L’azienda Valentino Butussi vanta innumerevoli vendemmie.
Oltre ad impianti recenti si possono trovare vigneti che risalgono agli anni ’60.
Si coltivano uve a bacca bianca, come: Friulano, Sauvignon, Pinot grigio, Ribolla gialla, Chardonnay, Verduzzo friulano, Picolit; e a bacca rossa: Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Refosco dal Peduncolo Rosso e Pignolo.
La forma di allevamento scelta è la Cappuccina mono o bilaterale, che consente di limitare la produzione e aumentare la qualità del frutto, tenendo conto della sua particolarità e della tradizione territoriale.
Azienda Certificata Bio
L’azienda è certificata biologica. Questa scelta nasce da un progetto iniziato quasi venti anni fa, da un piccolo vigneto di tremila metri e progressivamente si è esteso a tutti i vigneti, fino alla completa conversione nel 2008 e alla certificazione ufficiale ottenuta nel 2013.
In cantina i contenitori di acciaio sono destinati ai vini d’annata, mentre per le selezioni, si predilige l’uso del cemento e delle botti grandi di legno non tostato (dai tre ai sessanta ettolitri), per i bianchi riserva si utilizza la botte tradizionale friulana da settecento litri.